Vittoria ~ L’attesa – Vol. 1

Intro

Libro di narrativa contenente tre racconti, tre D-Storie in salsa realtà:

  • La storia di Pietro
  • La vera leggenda di Linfa
  • Lettera ad Ary

Il volume può essere acquistato in formato cartaceo o elettronico, ebook, quest'ultimo è disponibile in tutti i differenti formati scaricabili dai vari Store.

Se gradite, ascoltate la recensione radiofonica della scrittrice e poetessa Dora Millaci, l'audio è un estratto del suo programma domenicale.

“Vittoria ~ L’attesa Vol. 1” – eBook, € 3,99

“Vittoria ~ L'attesa” in formato eBook

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Formato: Apple iBook, Amazon Kindle, ePub, etc.
Dimensioni file: 1,9 MB
Lunghezza stampa A5: 60
Editore (Autore): Carlo Filippo Follis
ISBN/EAN: 9788826003696

“Vittoria ~ L’attesa Vol. 1” – Libro, € 5,99

“Vittoria ~ L'attesa” in formato libro di carta

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Dettagli prodotto

Copertina flessibile: 56 pagine
Editore (Autore): Carlo Filippo Follis
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8822896858
ISBN-13: 978-8822896858

Vittoria ~ L’attesa – Vol. 1 – Anteprima estratto

Sinossi

... oppure vai con 1 click e compra l’ebook senza nemmeno lasciare il blog

“Vittoria ~ L'attesa” propone delle ‘D-Storie in salsa realtà’. Tre racconti, tre protagonisti e un unico filo conduttore: l'amore. Un amore raccontato, vissuto, in differenti forme ma soprattutto l'amore di coppia. Vi è un dettaglio forse anche trascurabile, ma questo starà a voi deciderlo: i protagonisti sono Disabili, “Vittoria ~ L'attesa” è un libro scritto da un Disabile ma non per questo indirizzato esclusivamente a lettori Disabili ed anzi è destinato a tutti affinché le emozioni che propone siano di tutti come lo può diventare la disabilità.

Il libro propone dei protagonisti, dei Disabili, desiderosi di amare con il cuore e anche con il corpo che palpita, pulsa di normali passioni e sani desideri.

Si desidera l'ingrediente mancante capace di completare la vita di ciascuno: l'amore.

L'autore nella sua presentazione al libro scrive: «Ero molto giovane quando iniziai a veder morire dei miei amici senza che avessero ricevuto l’amore di un partner o anche solo un’esperienza godereccia di ‘sesso mercenario’.»

L'amore non è, e mai potrà essere, un diritto perché come scriveva Stendhal: «L’amore è la sola passione che si paga con una moneta che fabbrica essa stessa.»

Tuttavia può essere un desiderio, un sogno, una meta e, perché no, una Vittoria!

Lo conferma l'autore scrivendo: «Vittoria è il nome di una donna, Vittoria è anche un successo conseguito e ‘l’attesa’ può essere l’amore che non si vive ancora o quella meta che raggiunta ci farà gridare: ‘Vittoria!’»

Vittoria può essere anche la consapevolezza di Pietro, protagonista del primo racconto che, rabbiosamente, così urla sottovoce: «... merda! L’unico vero grande rimpianto legato a quella carrozza, che mi ha tradito, è Eleonora.»

Vittoria è anche la giovane Ary che, con amore platonico, di fronte al corpo nudo e disabile del protagonista domanda: «Te lo posso lavare?»

Vittoria è anche l'amore che spinge un uomo a sostituire al classico «Ti amo!» una favola scritta per esprimere i suoi sentimenti lasciando all'amata la possibilità di far finta di non capire il desiderio di lui. L'amore è quindi desiderare il bene di chi si ama. Per questo motivo una favola vuole lasciare la libertà di decidere: l'amore è anche rinuncia.

«Ho già vissuto oltre mezzo secolo come Disabile e mi convinco sempre di più che la disabilità è quel qualcosa di sconosciuto, di poco chiaro da capire e comunque un insieme di informazioni disordinate. Si comprende la disabilità solamente se si è Disabili o se si è strettamente coinvolti da questa realtà.»

Con queste parole l'autore vuole sottolineare quanto ancora ci sia da scoprire oltre gli stereotipi, veri e falsi, che oggi definiscono l'immagine “tipo” del Disabile che non conosciamo, di quello che spesso viene raccontato e anche difeso da chi non sa esattamente cosa sia la disabilità.

L'autore in un suo scritto sottolineò che: «La disabilita è democratica, non discrimina, vi accetta tutti proponendosi come un potenziale e inaspettato ‘evento storico’.»

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  • 4 commenti

    1. Mi è stato regalato il libro “Vittoria ~ L’attesa” Vol. 1 e ho passato una piacevole serata leggendolo. La versione è quella che si può acquistare su StreetLib. A livello estetico si presenta molto bene, in particolare l’immagine di copertina risulta ancor più bella dal vivo rispetto alla sua visione attraverso lo schermo del pc.
      Il libro si legge nel giro di un’ora ed è strutturato in tre brevi racconti. Il tema è sicuramente di spessore e lascia il lettore con un senso di angoscia al termine della lettura, dunque consiglio di leggerlo una sera in cui si ha voglia di porsi davanti ad una riflessione e a qualcosa fuori dal comune.
      La lettura non risulta sempre scorrevole e a tratti richiede di rileggere alcuni paragrafi per capirne il senso. Il secondo racconto è metaforico e richiede qualche attenzione in più.
      Tuttavia la sincerità e la schiettezza con cui vengono toccati i temi, legata inevitabilmente al fatto che l’autore è egli stesso disabile, ricompensa tali difficoltà e sa emozionare e far riflettere.
      Il prezzo non è giustificato né dalla quantità di pagine né dalla qualità dell’elaborato, ma al termine della lettura si comprende che possa essere giustificato dall’importanza delle riflessioni e delle sensazioni che regala al lettore, anche se a volte scomode e spiacevoli. Dunque non lasciatevi scoraggiare dal prezzo, un’emozione vale di più a mio parere 🙂
      Lo consiglierei a chiunque abbia voglia di mettersi in discussione ed aprirsi al mondo della disabilità o, perché no, anche a chi già lo conosce ma vuole darsi una possibilità in più per amarlo e comprenderlo meglio.

      • Grazie di cuore Licia per l’imparziale recensione, mi è piaciuta e ho apprezzato!

        Mi sembra però giusto partecipare ai temi trattati per stimolare ancor di più l’attenzione su differenti argomenti che, inevitabilmente, mi stanno molto a cuore. Iniziamo quindi.

        «La versione è quella che si può acquistare su StreetLib.»
        – In realtà la copia in tuo possesso è quella venduta da Amazon e stampata in Germania.

        «Il libro si legge nel giro di un’ora ed è strutturato in tre brevi racconti. Il tema è sicuramente di spessore e lascia il lettore con un senso di angoscia al termine della lettura, dunque consiglio di leggerlo una sera in cui si ha voglia di porsi davanti ad una riflessione e a qualcosa fuori dal comune.»
        – La giustezza delle tue parole – a mio avviso – è molto più “angosciante” dei temi trattati è di come sono stati sviluppati. È veramente “angosciante” che una giovane ragazza dalla mentalità aperta e dedita al volontariato come Te, nel 2017 sia ancora angosciabile dai temi riguardanti disabilità e Disabili. Se Tu rappresenti la nuova generazione, quei giovani che costruiranno l’Italia protagonista fra il 2018 e il 2050, cosa si potranno mai aspettarsi i Disabili in termini “evolutivi”?
        Tu non hai colpa, la responsabilità è di chi ha gestito negli anni l’immagine e i diritti dei Disabili in Italia. Per questo motivo lanciai su Disabili DOC – http://www.disabilidoc.it – l’operazione culturale «Se diventassi Disabile anche io?».
        Per sdrammatizzare: i miei racconti portano a emozioni più “angoscianti” di quelle, per esempio, proposte dal film “Inception”? Se sì, mi sento un grande… 🙂

        «La lettura non risulta sempre scorrevole e a tratti richiede di rileggere alcuni paragrafi per capirne il senso. Il secondo racconto è metaforico e richiede qualche attenzione in più.
        Tuttavia la sincerità e la schiettezza con cui vengono toccati i temi, legata inevitabilmente al fatto che l’autore è egli stesso disabile, ricompensa tali difficoltà e sa emozionare e far riflettere.»
        – Non ho uno stile sempre fluido… grazie per la chiosa!

        «Il prezzo non è giustificato né dalla quantità di pagine né dalla qualità dell’elaborato, ma al termine della lettura si comprende che possa essere giustificato dall’importanza delle riflessioni e delle sensazioni che regala al lettore, anche se a volte scomode e spiacevoli.»
        – Cara Licia, faccio marketing dal 16 luglio del 1986. Credo sia utile qualche riflessione anche per capire la differenza che c’è tra un libro classico (che alle spalle ha un editore e una rete distributiva spesso internazionale) e un libro proposto tramite la formula del Self Publiscing che potremo collegare al concetto di “Libro on demand”. Quindi:
        1. L’editoria classica ha come “pilastri” gli Editori che – facendo il loro lavoro – scritturano un autore che dovrà solo scrivere bene. L’editore investirà sullo scrittore stampando e promuovendo il libro. Siccome il bravo editore conosce il mercato, questo calibrerà la tiratura del libro puntando sul “massimo quantitativo vendibile meno 1 copia”. In questo modo il libro giungerà nei negozi – fisici e online – con un costo di copertina “ottimizzato”. Possiamo poi anche aggiungere che su molti libri, economici, non vengono pagati i diritti d’autore; per esempio, non risultano eredi viventi di Omero…
        L’editoria classica fa quindi business su dati abbastanza certi, o comunque su valutazioni molto ma molto attendibili che, ribadisco, possono contenere il prezzo di copertina, cosa che peraltro non sempre accade.
        Uno dei “dati certi” appena menzionati è riferito a quegli autori che si autopubblicano passando però attraverso editori classici – generalmente minori – che addossano tutti i costi, ripeto tutti, in capo all’autore. Un editore che non ha costi d’investimento potrà conseguentemente contenere quelli detti vivi.
        Quella sin qui descritta, sebbene sommariamente, è la realtà dell’editoria “classica”.
        2. Realtà ben differente è il Self Publishing che trasforma l’autore in Publisher ovvero “Editore di se stesso” oltreché Autore (Publisher). Fare del Self Publishing significa innanzitutto cogliere una grossa opportunità: diventare “scrittore” evitando anni di anticamera presso gli Editori dell’editoria “classica” di cui ho parlato prima.
        Il Self Publishing proprio perché è mancante del ruolo di “Editore/Imprenditore” fonda la suo forza sulle nuove tecnologie, su processi di stampa, confezionamento e logistica che erano fantascienza sino a pochi anni addietro.
        Grazie alla tecnologia il Self Publishing ha di fatto inventato il “Libro on demand”. Cosa significa l’espressione? Se la lettrice Licia ordina 1 copia di “Vittoria ~ L’attesa”, StreetLib o Amazon – le uniche due realtà che ad oggi vendono il libro in formato cartaceo – ordineranno 1 copia del libro e verrà stampata 1 sola copia; stampare un libro vuole però dire: ricevere e gestire un ordine, mandare in stampa su circuiti diversi (BN e Colore) testi e grafica, passare alla piega e rifilo delle pagine interne, piegare la copertina, passare pagine interne e copertina alla rilegatura, emettere i dovuti documenti, confezionare il libro e infine creare un’etichetta di presa in carico della spedizione altrimenti il corriere non ritira il pacchetto il cui cartone qualcuno ha comprato e pagato. StreetLib o Amazon fanno tutto questo per 5,99 €, in più corrispondono la percentuale pattuita a me che sono l’autore. C’è di più: se acquisti su Amazon e hai Prime la spedizione rientra nei 19,99 € annuali e di fatto costa zero, se acquisti su StreetLib e ti “accontenti” di una spedizione non tacciabile il costo sarà sempre zero.
        Ora, il costo di un caffè – bevuto al banco – si aggira tra gli 80 centesimi/€ e 1,50 €, questa squisita bevanda è preparata “al volo” e altrettanto velocemente viene bevuta; di lei, oltre al momentaneo godimento, non ci resterà nulla.
        Come può quindi essere caro un “Libro on demand” equivalente a pochi caffè che se non lo butterai ti rimarrà e passerà anche a marito, figli e a quanti vedendolo nella libreria potranno chiederti di poterlo leggere?
        Questo discorso è generico, non l’ho fatto per “difendere” il mio prezzo di copertina, quanto per spiegare le dinamiche di una grande realtà: il Self Publishing.

        «Dunque non lasciatevi scoraggiare dal prezzo, un’emozione vale di più a mio parere 🙂
        Lo consiglierei a chiunque abbia voglia di mettersi in discussione ed aprirsi al mondo della disabilità o, perché no, anche a chi già lo conosce ma vuole darsi una possibilità in più per amarlo e comprenderlo meglio.»
        – Cara Licia, speriamo che i lettori ti ascoltino perché con ciò che hai scritto prima ne puoi aver allontanati tanti…

        Un abbraccio! 🙂

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